domenica 19 ottobre 2008

kilometro zero nel privato


Si possono fare le considerazioni precedenti sul kilometro zero anche acquistando privatamente.

Gli esempi più facili sono quelli applicabili ad una spesa in un mercato o supermercato qualunque, dove le merci si trovano già in bella mostra sugli scaffali.

Ultimamente alcune catene di vendita hanno recepito il messaggio e, favorendo i consumatori, indicano sul cartellino di provenienza delle merci fresche oltre allo stato, la regione. Il che risulta essere un grosso aiuto nella scelta del km zero ed un criterio di scelta del punto vendita, dove possibile.
Sulla piazza di Milano, risulterà più in linea col km zero una scatola di pelati proveniente dall’Emilia Romagna, piuttosto di una che viene dalla Campania. Risulterà più consono acquistare i prodotti della Centrale del latte della città dove si abita (che lo ritira dagli allevatori locali), piuttosto che quello di una ditta a livello nazionale (che lo ritira indifferentemente a seconda del prezzo che spunta).


la lettura delle etichette, oltre ad aiutare, è illuminante!

Sarà indubbiamente istruttivo leggere le etichette della carne, la quale per ragioni quasi esclusivamente di speculazione economica, segue delle strade tortuosissime, dispendiose, e, spesso di grande sofferenza per gli animali.
Animali che nascono in un posto, vengono trasportati addirittura in altri Stati per l’allevamento, ristrasportati in terzi Stati per la macellazione e la vendita!!

Istruttivo è anche leggere l’etichetta delle acque minerali
e, a parte la discutibilità di bere acqua minerale imbottigliata invece dell’acqua fornita dal proprio acquedotto, si scoprirebbe quanto
ridicolo, nocivo e dispendioso sia il gioco dell’oca fatto con le acque minerali.

Ci sono comunque realtà che per disservizi o carenze delle strutture non hanno la possibilità di contare costantemente sulla fornitura pubblica e le persone si vedono costrette ad acquistare acque imbottigliate. Bene, proprio queste persone, sulle quali già grava un onere in più rispetto a quanto loro spettante, dovrebbero avere l’accortezza di acquistare acque imbottigliate alle fonti locali o al massimo regionali. Il nostro paese ha fonti sfruttate per l’imbottigliamento in ogni regione.

E se proprio uno sforzo si deve fare, forse
è meglio lottare affinché siano approntate fonti di approvvigionamento idrico più adatte alla realtà nella quale si vive.
Che senso ha sfiancarsi, rischiare un’ernia, un prolasso, un colpo apoplettico, o addirittura pagare per il servizio consegna solo perché chi di dovere non sistema gli acquedotti?

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