sabato 31 luglio 2010

consumare criticamente

Consumare consapevolmente i beni ed i servizi necessari,
scegliendo prodotti durevoli, che non diano cioè luogo a scarti eccessivi;
prodotti salubri, che riducano cioè al necessario gli agenti chimici potenzialmente sempre dannosi;
prodotti che non siano ottenuti a costo della rovina dell’ambiente o dello sfruttamento dei lavoratori.

Favorire gli scambi non economici (dono, prestito, condivisione),

l’autoproduzione ed i produttori locali, costruendo con essi una relazione di vicinanza non solo commerciale in grado di garantire sulla qualità del prodotto e sui processi produttivi.
Eliminare dalla catena tutti gli intermediari improduttivi che fanno soltanto lievitare il prezzo, contrastando allo stesso tempo lo sfruttamento imposto dalla grande distribuzione e dalla globalizzazione.
da Voluntary Semplicity Movement

martedì 27 luglio 2010

Ridurre i consumi


Il consumo
non è né una via per la felicità, né un indicatore di successo o di personalità, né un “dovere sociale”.
anzi
Il consumo è spesso uno spreco di risorse economiche e di tempo:
beni rari e preziosi, che potrebbero essere investiti in maniera differente con risultati decisamente migliori.
Il consumo non garantisce benessere e soddisfazione durature
si alimenta nell’insoddisfazione e nella creazione continua di nuovi bisogni;
deteriora l’ambiente, le relazioni umane, la libertà e il benessere interiore.
Smascherare il consumo compulsivo e la promessa della felicità attraverso il consumo,
vuol dire riappropriarsi della capacità di scegliere ciò che è veramente degno
oltre all’apparenza ed agli stili della società dei consumi.


liberamente tratto dal Manifesto del Voluntary Semplicity Movement