venerdì 5 dicembre 2008

L'impronta biologica

L'impronta biologica misura i parametri di impatto dei vari metodi di vita, di produzione.
E' importante valutarla per capire quali di questi metodi permettano una effettiva sostenibilità e rigenerazione delle materie prime, onde evitare una eccessiva depauperazione o estinzione delle stesse.
E' uno studio nuovo ed essenziale per la sopravvivenza terrestre.
Più uno stile di vita o un prodotto hanno un'impronta biologica marcata, più sono da scartare.
Un esempio nel campo degli acquisti responsabili:
- nei prodotti della terra, la gestione di terzi e la filiera lunga.
Le grandi catene di distribuzione sono enti con una forte impronta biologica, perché attuano una pressione economica sui produttori, creando una forbice tra i prezzi di acquisto molto bassi ed i prezzi di vendita alti (il tutto solo per mantenere il margine di guadagno alto).
Questo ha conseguenze multiple e a catena che vanno ben al di là del semplice costo d'acquisto alto:
- i produttori, nel tentativo di mantenere la redditività del prodotto, lo forzano fuori stagione per avere la cosiddetta primizia. Questo vuol dire largo impiego di prodotti chimici, largo impiego di mezzi di riscaldamento, distruzione del prodotto al rientro stagionale = pollution, aumento delle malattie sociali, spreco.
- l'impiego di mezzi sofisticati in agricoltura prevede un grosso impegno finanziario, di conseguenza molti di coloro che non sono in grado di affrontarlo si vedono costretti ad abbandonare le coltivazioni. Si riversano sui poli industriali cercando un lavoro = aumento della pressione demografica nei centri urbani, aumento della disoccupazione e della mano d'opera non specializzata, di conseguenza aumento anche delle tensioni sociali.
- l'abbandono delle terre porta ad un impoverimento della produttività di base (necessaria al sostentamento umano), ma anche ad un gravissimo deterioramento delle strutture di base che proteggono il territorio = innondazioni, alluvioni, frane, smottamenti.
Tornando a bomba, un negoziante che tirando ad aumentare le vendite, compra sotto-costo, non ci sta offrendo un affare, ma contribuisce a scavarci la fossa.

la pressione dell'acquirente






Le pressioni possono essere mediatiche, di gruppo o anche personali.
Se l’intento di chi non vuol guardare al benessere altrui, al futuro dell’umanità è il guadagno immediato, la penalizzazione attraverso il non acquisto è l’azione per eccellenza.

Però, perché la penalizzazione sia tangibile, deve coinvolgere tutti i lati della produzione inadempiente, anche quelli laterali:

- non si acquistano i giornali che riportano le pubblicità menzognere
- in tv non si vedono gli spettacoli sponsorizzati da questi produttori o che contengono troppe pubblicità menzognere
- non si compra nei negozi compromessi da un ottica di lucro insensato, o da connivenze malavitose
- non si comprano oggetti con un’impronta biologica troppo marcata

Ove possibile bisogna parlare con il commerciante per aiutarlo a fare delle scelte più etiche, offrendo aiuto e sostegno (acquisti) qualora decida di attuare una vendita più eticamente corretta.

Non si acquista negli outlet.

La vendita dell’invenduto, del fuori serie che veniva giustamente fatta nel punto vendita aziendale e serviva ad evitare gli sprechi, ora è stata totalmente stravolta.

Molte griffes del prêt-a-porter, affidano l’esecuzione dei loro capi (fornendo stoffe e accessori) a gruppi malavitosi che indicono gare in paesi italiani e non, dove le maestranze sono capaci, ma affamate e ricattabili. Poi un delegato della griffe acquista (dall'organizzazione malavitosa) solo quei capi che ritiene migliori come rapporto opera-prezzo-di-costo (e qualche volta neanche quello!), lasciando tutti gli altri capi in mano al gruppo malavitoso che li spaccia attraverso gli outlets , boutiques e ambulanti compiacenti.
Chi acquista in un outlet, spesso acquista merce uguale come base a quella venduta dalla maison, ma può essere certo che la sua è costata sangue a qualcuno e che, acquistandola solo per la griffe, contribuisce a mantenere in piedi un giro politicamente molto scorretto di plus valore merceologico e di guadagni illeciti.