mercoledì 7 gennaio 2009

Consumatori?

Tempo fa un nostro premier, gran fautore del circo mediatico, mentre si trovava in visita ufficiale all’estero, ha parlato dei suoi connazionali, chiamandoli sempre e solo “consumatori”.
Bene, se solo consumatori si è, tanto vale vivere il personaggio del “consumatore” in un modo vantaggioso per sé stesso, non per il gatto e la volpe.


Un consumo ragionato e cosciente è una delle vie di uscita da questi tempi difficili, e poi rimane per sempre come buona abitudine!

Un consumo che tenga presente che anche il consumatore ha un etica, una dignità, dei diritti.

Alcuni punti sull’etica del consumo li abbiamo già analizzati, ma non fa male ripeterli:

- Non si consumano prodotti che sono costati a chi li ha prodotti salute, libertà, dignità in assoluto o in misura esagerata rispetto al valore reale e a quello che si può avergli dato.
- Non si consumano prodotti per produrre i quali sono state saccheggiate o distrutte risorse che appartengono all’umanità intera.
- Non si consumano prodotti che per raggiungere il mercato dove si comprano, hanno inquinato acque, aria di tutti. Bruciato, in giri vani, energie già in esaurimento.
- Si deve sempre conservare un aggancio con la morigeratezza, soprattutto nei tempi di diffusa difficoltà sociale.
- Soprattutto si deve conservare un aggancio con le reali capacità di acquisto e con l’effettiva necessità del prodotto.

Riguardo alla dignità come acquirenti:

- Conviene ricordarsi che si è esseri raziocinanti, in grado di decidere autonomamente cosa si desidera, cosa necessita, cosa piace ( bando alle sirene mediatiche, quando inducono bisogni falsi o superflui, quando blandiscono punti deboli, quando sono menzognere)
- non si chiedono sconti, è offensivo perché implicitamente si manifesta la convinzione che l’altro stia guadagnando più di quanto gli spetti

Riguardo ai diritti:

- bisogna pretendere sempre una ricevuta di pagamento (questo vale anche per le prestazioni dei professionisti!)
- conviene stare attenti che ci sia sempre un giusto rapporto qualità-prezzo
- bisogna pretendere il corrispettivo merceologico o sapienziale, è un diritto, non un optional
- bisogna esigere chiarezza sul prezzo: dare al centesimo lo stesso valore che si darebbe a cento euro
- bisogna esigere chiarezza sulle prestazioni, sui materiali, sulla manifattura
- bisogna pretendere che il professionista, o il negoziante, sappia fare il suo mestiere, quale che esso sia
- bisogna dare e ricevere cortesia, attenzione

Non è chiedere troppo, è solo fare e chiedere il dovuto.

Una società che tenga conto anche di queste poche regole di base, è una società che vive meglio.
E siccome le società si cambiano dal dentro, vivendole, non solo scrivendo, l’impegno al rispetto della figura del “consumatore” già ci porterebbe un passo avanti, non dico nella considerazione del suddetto politico, ma per lo meno nel consorzio umano.